Da ragazzo ho ascoltato per anni mio padre, e anche molti compaesani, parlare di lampascioni.
Da ragazzo ho ascoltato per anni mio padre, e anche molti compaesani, parlare di lampascioni. Nel loro dire evidenziavano, scherzosamente, più di ogni altra cosa l’effetto “rumoroso” che una volta digeriti provocavano e, naturalmente, la ricetta a loro più gradita. Non capivo però tutto questo parlare di un vegetale che oltre ad essere amarognolo (non sempre) generava burrascose “tempeste” nell’intestino (quasi sempre).
Non riuscivo ad immaginare perché un vegetale cosi insignificante e costoso suscitasse tanto interesse da essere elogiato come una prelibatezza. Se lo analizziamo da vicino noteremo che ha l’aspetto tipico di un comunissimo bulbo da fiore. Il color terra (da sporco, pulito è piuttosto rosaceo) e l’odore quasi nullo lo rendono, dal punto di vista commestibile, sicuramente poco attraente. Se poi a tutto questo aggiungiamo il costo elevato e gli effetti sonori che una volta digerito provoca, sicuramente è l’ultimo dei vegetali da comprare e consumare.
Eppure ogni volta che al mercato si vendevano (e si vendono) i lampascioni, soprattutto nelle vicinanze delle varie festività, c’erano (e ci sono) sempre un'infinità di persone in fila per assicurarsi qualche chilo di prelibati e costosi lampascioni.
Da adulto, molti anni dopo, fui “costretto” ad avvicinarmi a questa pietanza. Ero a cena da alcuni parenti pugliesi e come ospite di riguardo meritavo senz’altro una abbondante porzione di lampascioni. Per non deludere ed offendere tanta considerazione mangiai tutto e, “mangiando mangiando”, notai che in fondo non erano poi cosi tanto disgustosi come li immaginavo.
Da allora incominciai ad apprezzarne il sapore pastoso leggermente amaro che, combinato a dovere con uova, zucchine, patate, formaggio, pane e olio extra vergine di oliva pugliese, diventa un ottimo e appetitoso antipasto e secondo piatto.
Ricordo anche che il giorno successivo dovetti inventarmi ogni tipo di scusa per allontanarmi in solitudine e poter dar sfogo alle innumerevoli rumorose tempeste burrascose che il mio intestino continuava a generare incurante del mio imbarazzo.
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Scusa convincente per farli accettare a tavola?
Continua a leggere e lo saprai.
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