Per molti anni ho vissuto convinto di sapere chi fossi. Conoscevo il mio probabile destino, avevo le mie radicate convinzioni politiche e religiose, sapevo quello che era giusto e sbagliato e confidavo nella giustizia degli esseri umani. Questo per me era il mio mondo e questo accettavo.
Finché, un giorno, per una serie di circostanze non comuni, mi sono ritrovato in un Paese diverso dal mio dove ho scoperto altre convinzioni, altre fedi, altre filosofie di vita e mi sono chiesto:
“E se nascevo qui? Dov’è la verità! Chi vive nel giusto! Quale Dio e filosofia di vita devo seguire!”
Mi disturbava capire, ed accettare, che le mie convinzioni nascessero da un insieme di esperienze vissute nell’ambiente che mi ha cresciuto e formato.
Se fossi nato in India avrei avuto altre convinzioni, così come se fossi nato in Africa, in Cina o in America. Dov’è la verità?
Chi è il vero depositario del giusto?
Possibile che ogni popolo si sia creato un Dio su misura?
Chi decide dove nascere?
Perché in alcuni Paesi si e destinati ad usufruire di comodità mentre in altri a perire miseramente di fame, di guerre o di malattie?
Perché siamo ricchi o poveri fin dalla nascita?
Perché non c'è vera pari opportunità in questa vita?
Perché le società usano e sfruttano i propri cittadini?
Perché?
Finché vivevo chiuso nel mio guscio, ero “felice”, non realizzavo coscientemente la realtà esterna. Immaginavo che io ero il mondo. Se a me le cose andavano bene, tutto il mondo andava bene, mentre se avevo un qualsiasi dolore o dispiacere, sapevo che era provvisorio e che presto sarebbe passato.
Gli amici, pochi spicci e il mondo era ai miei piedi.
Non conoscevo l’invidia per chi aveva più di me, ma non conoscevo neanche la pietà per chi aveva meno di quello che avevo io, anzi non riuscivo proprio ad immaginarmi che nel mondo migliaia di persone perivano miseramente. Pensavo che i “grandi”, coloro che tutto sapevano, coloro che stabilivano le regole, coloro che amministravano e gestivano questo mondo, provvedessero a tutto ed io mi fidavo dei “grandi”. Pensavo anche, con convinzione, che un Dio sorvegliasse su tutti gli esseri e non avevo motivo di dubitarne.
Sapevo, per averlo studiato, che gli esseri umani da sempre si erano combattuti in feroci guerre fratricide, ma non lo accettavo come una realtà, pensavo fossero una delle tante storie di un mondo molto lontano. Non era certo la nostra realtà, non poteva esserlo.
Ma non si è sempre giovani, ingenui, ignoranti e fiduciosi. Si cresce, lentamente ma si cresce.
Gli amici di sempre si allontanano, si diventa adulti e si smette di giocare. Ero diventato “grande” e dovevo provvedere, come tutti gli altri “grandi”, alla crescita della società. Come “grande” dovevo contribuire alla serenità collettiva, assicurare con il mio contributo alle nuove generazioni, vigilare che la giustizia riparasse i torti e che le comodità aumentassero per tutti.
L’energia non mi mancava certo, né mi mancava l’ottimismo. Siamo tanti, pensavo, se ognuno fa il suo, faremo diventare questo mondo sempre più giusto e felice.
Ci credevo, oh se ci credevo.
Così come credevo che Dio vedesse e controllasse tutti, che premiasse e castigasse tutti, che intervenisse all’occorrenza e che il mio principale dovere fosse essere onesto.
I “grandi”, dove sono questi “grandi”, coloro che dovrebbero assicurare il benessere alle nuove generazioni, coloro che come me hanno lottato in gioventù per un mondo migliore, coloro che oggi hanno in mano i destini dell’umanità, dove sono. E Dio?
Dov’è questo Dio che vede e provvede, che premia e punisce, che ama i suoi figli.
Favole, storie, illusioni, speranze, superstizioni, fantasie. L’essere umano è nato bastardo e sempre lo sarà. Si nasconde dietro un credo ma vive egoisticamente la sua vita. Si professa onesto e invoca, specialmente nel bisogno, il suo Dio. Fa confuse promesse di carità e di onestà, ma non ha nella sua formazione culturale il giusto concetto dell’onestà.
Tutti si sentono onesti, tutti si sentono buoni, si commuovono e piangono nel prendere visione di certi eventi, ma continuano la vita di sempre. Sono generosi di spiccioli per tacitare la coscienza, ma vivono nello spreco. Nessuno pare rendersi conto che se il nostro contributo a questo mondo è negativo, sommato a quello negativo di milioni di altri come noi, otteniamo il risultato di vivere in un mondo che non ci piace.
Tutti pensiamo che le colpe di tanto marciume sono degli altri. Tutti abbiamo un vicino di casa stronzo, tutti abbiamo un collega di lavoro stronzo, un capo ufficio stronzo, un impiegato stronzo, un parente stronzo, insomma questo mondo è pieno di stronzi – pensiamo - tranne noi. Finché penseremo così MAI nulla cambierà.
Ci sono, certo che ci sono gli stronzi, ma i primi siamo noi. Fai tu del tuo meglio in quello che puoi e ti renderai conto che almeno riuscirai a sentirti un vero essere umano.
Dove sono questi “grandi”. Dov’é questo Dio. Trecento e più religioni con trecento e più Divinità distratte a costruire altri pianeti ed altri esseri umani sperando che gli riescano meglio?
Finché un solo essere umano, in qualsiasi parte del mondo esso sia, morirà di fame, di torture o di ingiustizie, non si può e non si potrà mai essere felici.
Finché nel profondo del nostro essere sappiamo che c'è qualcuno che muore anche per la nostra indifferenza, non saremo mai felici. Siamo tutti figli di Dio, se ci credi, e siamo tutti esseri umani, se non ci credi, esseri umani generati da altri esseri umani da millenni, tutti discendenti da un padre in comune. Fratello.
La felicità, la vera felicità, scenderà su questa terra solo quando ci rispetteremo reciprocamente come esseri viventi della stessa specie e impareremo ad aiutarci. Quando impareremo a rispettare la natura, quella natura che ha permesso la nostra esistenza.
Quando capiremo che dobbiamo rispettare anche le piante e gli animali. Quando finiremo di crearsi un Dio su misura pronto ad ascoltare le nostre insulse prediche e le nostre egoistiche richieste.
Come possiamo pretendere che un Dio permetta a noi tanto spreco e comodità mentre ad altri fame e disperazione. Perché a noi tanta generosità. Perché ascolta le nostre suppliche e ignora altre. C’è un solo Dio o anche Dio vive in un mondo simile al nostro dove egoismo, indifferenza, abusi, soprusi e raccomandazioni dominano. E se non ci fosse? E se la smettiamo di essere quello che siamo e ci sforziamo un po’ a migliorarci, a modificare noi stessi il nostro mondo?
Non aspettiamo Dio, non aspettiamo gli altri, incominciamo noi.
Puoi anche non farlo naturalmente, se il tuo odio verso il prossimo non riesci a controllarlo, non importa, però ricordati, anche tu sei e sarai il prossimo degli altri.
Non ti nascondere dietro false bandiere e false religioni.
Fratello.
Associazione Aleph Umanistica Biodinamica di Mauro Scardovelli
Tratto dalla Playlist: "MM2 le domande che dissolvono l'ego - il linguaggio del risveglio" 13-15 Nov 2015
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