Siamo nell'epoca dell'apparire. di Dino T.
Siamo nell'epoca dell'apparire, questo è un fatto incontrovertibile e verificabile in ogni istante.
O forse non è solo una caratteristica di quest'epoca, ma dell'essere umano in genere. In fondo, abbondano i detti ed i proverbi che rammentano come non ci si debba fermare alle apparenze, come queste siano illusorie e fuorvianti, però il metro di giudizio corrente utilizza in primis le apparenze. Chi affiderebbe i propri quattrini ad una banca il cui direttore indossa un abito sdrucito, che accoglie i clienti seduto dietro ad una scrivania vecchia di trent'anni, etc etc? Probabilmente pochissimi, ma se il direttore ha l'aria rassicurante, in linea con lo stereotipo che la pubblicità ha reso famigliare a chiunque, allora è un'altra cosa, anche se propone di acquistare le azioni Parmalat. Potere delle apparenze!
Di solito, nessuno ti giudica per quello che sei ma per quello che sembri, ed allora è abbastanza facile superare l'eventuale diffidenza iniziale, no?
Eppure l'accettare la realtà così com'è, senza cercare di farla apparire diversa, iniziando dal proprio aspetto esteriore, sembra estremamente difficile.
Questo povero essere umano, che spesso vive una vita senza consapevolezza, immerso nel ruolo che gli è stato attribuito, impegnato ad assicurarsi l'infelicità ad oltranza (sarei felice se... e quel "se" ha un potere immenso: fino a che l'ipotesi sottesa non si è verificata, ho deciso che NON POSSO essere felice! Per quanto tempo? Mah! Almeno fino a quando la speranza non si è concretizzata! E se non si concretizzerà mai? Beh! In quel caso, peggio per me!).
Quello che manca è un po' di tempo dedicato, ogni giorno, a qualche semplice riflessione su ciò che è davvero importante.
Solo in questo modo si possono prendere le distanze da tutti quei falsi bisogni che un mondo fatto di apparenze cerca di indurre in ciascuno di noi, per averci docili consumatori di beni inutili.
La pubblicità ci spinge a credere che il possesso di questo o quello possa darci la felicità, ed allora trascorriamo buona parte della vita per procurarci i mezzi economici per raggiungere la meta del momento.
Una volta raggiunta, è esperienza comune che non si è raggiunto quello stato di appagamento che si era inizialmente creduto. Mi torna in mente il Guicciardini.
"Io ho desiderato, come fanno tutti gli uomini, onore ed utile; e n' ho conseguito molte volte sopra quello che ho desiderato o sperato; e nondimeno non v'ho mai trovato dentro quella satisfazione che io mi ero immaginato; ragione, chi bene la considerassi, potentissima a tagliare assai delle vane cupidità degli uomini").
Ed eccoci pronti per il prossimo obiettivo, e così, di meta in meta, impariamo a renderci conto, FORSE, che si tratta di un gigantesco raggiro, di cui siamo al tempo stesso vittime e complici.
Ti ricordi la novella del Verga intitolata "La roba" Mi sembra che sintetizzi bene la realtà umana.
Chi più, chi meno, siamo tutti come Mazzarò: Spendiamo la vita ad accumulare, sovente a prezzo di grossi sforzi e sacrifici, cose che dovremo abbandonare, cose che ci ingombrano, cose che ci costano tempo di vita. A che scopo?
Ciascuno ha la propria risposta.
Elena Trucco. PAS Persone Altamente Sensibili
Questo video spiega i motivi per cui noi Persone Altamente Sensibili tendiamo sempre a credere nella buona fede delle persone e a prendere spesso delle fregature o ad accumulare molte delusioni.
Canale: Elena trucco
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